8 Curiosità sui gioielli più amati: gli orecchini

8 Curiosità sui gioielli più amati: gli orecchini

1-L’origine dell’orecchino, come quella di altri gioielli, risale all’epoca preistorica, alla prima Età dei Metalli. Come altri tipi di ornamenti, l’orecchino nasce come oggetto dal valore apotropaico, come talismano o portafortuna. I primi ritrovamenti archeologici hanno riportato alla luce orecchini di rame e bronzo; solo in seguito vennero realizzati in argento e oro. Benché attualmente l’orecchino sia più indicato per una clientela femminile, anticamente esso nacque come segno di distinzione soprattutto maschile.

2-Sembra che l’orecchino più antico sia appartenuto a un uomo, un re sumero che governava la città stato di Ur (nell’attuale Iraq). Il significato di un simile ornamento nell’antichità era quello di regalità e potere. Anche il primo libro della Bibbia parla degli orecchini definendoli come talismani.

3-Il Medioevo vide il fiorire dell’arte orafa e, di conseguenza, una grande produzione di gioielli con gemme incastonate, perle e oro, ma in quel periodo gli orecchini  erano considerati dalla Chiesa ornamenti  profani, perché andavano a rovinare, con piccoli fori nel lobo dell’orecchio,  l’opera perfetta del creato. Essi vennero, pertanto,  vietati e banditi, se non per qualche rara eccezione. Leggi suntuarie, sancivano norme disciplinari che regolamentavano il lusso e gli orecchini divennero ornamento di prostitute e cortigiane. In Italia, fu solo in Sicilia che l’uso degli orecchini resistette a queste restrizioni, entrando così nel costume e nella tradizione.

4-L’orecchino diventò il gioiello indossato da marinai e pirati come portafortuna, pensando che forando l’orecchio  (punto dell’agopuntura che corrisponde alla vista) avrebbero potuto avere una migliore vista in mare e  ottenere l’incarico di vedetta. Più comune è la funzione pratica dell’orecchino che, in caso di annegamento, qualora il mare avesse restituito il corpo su una spiaggia in terra lontana, sarebbe servito a pagare i costi della sepoltura. Taluni vi incidevano sopra il nome della città di provenienza, probabilmente nel desiderio che le spoglie potessero essere rimpatriate per ricevere degni funerali.

5-Non sempre, però, gli orecchini hanno un significato ornamentale. In Africa, in special modo, gli orecchini hanno un significato magico, rituale e religioso. Le produzioni di oreficeria sono espressioni e simboli di prosperità e protezione. In Mali si infilano diciotto anelli nel lobo della futura sposa per allontanare malefici e maldicenze. Presso molte tribù sono diffusi orecchini a pendaglio, talvolta molto grandi, o l’inserimento nel lobo di un cilindro o un disco, botoque, sempre più grande che allarga il lobo fino alla dimensione del palmo di una mano.  Tolto il botoque, il lobulo pende come una corda ripiegata, risultato che si ottiene anche con l’uso di pesanti pendenti.

6-In un noto ritratto di William Shakespeare (il ‘ritratto di Chandos’ attribuito a John Taylor, conservato alla National Portrait Gallery di Londra), lo scrittore ha un orecchino sull’orecchio sinistro e si ritiene che all’epoca questa usanza fosse legata a speciali credenze, come quella che voleva uniti in un legame inscindibile l’uomo e la donna che indossavano lo stesso orecchino. Testimonianze risalenti al Rinascimento attestano come l’indossare un orecchino da parte di un uomo fosse una sorta di simbolo del legame con la donna amata che indossava l’altro orecchino della coppia.

7-nel 700 fu introdotto il diamante, pietra preziosissima che entrò a far parte del design dell’orecchino moderno. Nel corso del 1800, l’orecchino fu un elemento estetico molto amato, che si differenziò in base alla posizione in cui veniva indossato. Infatti, nell’Inghilterra del XIX secolo era tipico uso della marina mercantile inglese indossare l’orecchino a sinistra. Per quanto riguarda invece la marina militare inglese, l’orecchino era puntualmente situato a destra

 8-Nel mondo dell’arte gli orecchini più famosi sono quelli raffigurati nel dipinto “Ragazza con l'orecchino di perla" di Jan Vermeer che risale circa al 1665-1666. Le curiosità sul gioiello indossato dalla protagonista sono diverse. Il monile cattura senza dubbio l'attenzione per due motivi: è dipinto al centro della tela e ha misure davvero notevoli. Lo sfarzo dell'orecchino sarebbe in netto contrasto con gli abiti modesti indossati dalla ragazza. Solo le donne nobili o alto-borghesi avrebbero potuto mettere un gioiello del genere. Oltretutto all'epoca le perle sono molto rare, talvolta importate direttamente da luoghi remoti in Oriente, con tutte le conseguenti difficoltà. Stando alle teorie degli esperti di gemme e degli storici dell'arte, orecchini di perle così grandi e a forma di goccia non esisterebbero in natura. Ciò porterebbe a ipotizzare che quello indossato dalla fanciulla arrivi da Venezia e sia un'imitazione in vetro soffiato.

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